Diastasi addominale: conoscere, riconoscere e prendersi cura del proprio centro
Durante la gravidanza, il corpo della donna compie un lavoro straordinario: accoglie, si adatta, crea spazio per una nuova vita.
Tra i tanti cambiamenti che avvengono, uno dei più comuni riguarda proprio l’addome: i muscoli si allontanano per permettere la crescita del bambino.
In alcune donne, però, questa separazione rimane visibile o percepibile anche dopo il parto: si chiama diastasi addominale.
Non è una malattia, ma un segno del corpo che ha vissuto un profondo cambiamento. Capirla e prendersene cura significa riconoscere — e onorare — la forza e l’intelligenza del corpo femminile.
Che cos’è la diastasi addominale
La diastasi dei retti addominali è l’allontanamento dei due muscoli verticali dell’addome, uniti dalla linea alba, un tessuto connettivo elastico che in gravidanza si distende sotto la spinta dell’utero e l’effetto degli ormoni (come la relaxina e il progesterone).
È un adattamento naturale e necessario per accogliere il bambino.
Dopo il parto, nella maggior parte dei casi, i tessuti tornano progressivamente alla loro posizione.
Quando però la separazione resta evidente (oltre 2 centimetri circa) o si associa a sintomi funzionali, si parla di diastasi addominale persistente.
Come si riconosce
Alcuni segnali possono far sospettare una diastasi:
-
una piccola “gobbetta” o una fessura visibile sulla pancia quando ci si solleva da sdraiate
-
una sensazione di debolezza o instabilità al centro del corpo
-
mal di schiena, pesantezza o dolori lombari
-
difficoltà posturali o nel ritrovare forza e tono dopo il parto
-
in alcuni casi, disturbi digestivi o del pavimento pelvico
Una valutazione fatta da una professionista formata nel postparto (come trainer specializzata in diastasi addominale o una fisioterapista pelvi-perineale) può chiarire la situazione e proporre un percorso mirato.
Non solo estetica: una questione di funzione
La diastasi non è solo una questione di “pancia piatta”: riguarda il funzionamento del core, il centro del corpo formato da addome profondo, diaframma, pavimento pelvico e muscoli lombari.
Quando questa rete perde equilibrio, ne risentono postura, respiro, forza e stabilità.
Ritrovare la funzionalità del core significa molto più che tonificare: significa riconnettersi al proprio corpo, ritrovare energia, centratura e fiducia.
Cosa puoi fare (e cosa evitare)
La prima cosa da ricordare è che la fretta non aiuta. Il corpo ha i suoi tempi, e il recupero va accompagnato con dolcezza e costanza.
Cosa fare
-
Praticare una respirazione consapevole, ampia e profonda, che coinvolga il diaframma.
-
Lavorare sulla postura, in particolare nelle attività quotidiane (allattamento, cambio, sollevamento del bambino).
-
Attivare dolcemente il muscolo trasverso dell’addome, che funziona come una fascia naturale di contenimento.
-
Integrare esercizi di connessione con il pavimento pelvico: il lavoro è sempre di squadra.
-
Affidarti a professionisti specializzati, che possano guidarti passo dopo passo.
Cosa evitare
-
Esercizi che aumentano la pressione addominale come crunch, plank prolungati o sit-up.
-
Movimenti bruschi o sforzi a “trattenere il respiro”.
-
Fasce rigide o panciere senza indicazione professionale: possono ostacolare il lavoro profondo dei muscoli.
Il respiro come punto di partenza
Il respiro è il primo esercizio di riequilibrio.
Ogni inspirazione e ogni espirazione aiutano a ristabilire l’armonia tra addome, diaframma e pavimento pelvico.
Un esercizio semplice e potente:
-Inspira lasciando che le costole si aprano lateralmente.
-Espira immaginando di “chiudere una zip” dal basso verso l’alto, attivando dolcemente il centro.
-Ripeti per qualche respiro, ogni giorno.
Piccoli gesti, grande consapevolezza.
Quando chiedere aiuto
Se la “gobbetta” è evidente, se senti dolore o debolezza persistente, o se noti cambiamenti nel controllo del respiro o del pavimento pelvico, è importante effettuare una valutazione mirata.
Un percorso personalizzato permette di migliorare forza, stabilità e fiducia nel corpo, spesso senza bisogno di interventi invasivi.
Il corpo come memoria e risorsa
Ogni addome racconta una storia.
La diastasi non è un difetto, ma il segno di un corpo che ha accolto, sostenuto e dato vita.
Prendersene cura significa onorare quel percorso e restituire equilibrio e forza con rispetto.
Il recupero non è solo fisico: è un cammino di ascolto e di riconnessione con sé stesse.
E in quel cammino, ogni piccolo progresso è una forma di gratitudine verso il proprio corpo.
In sintesi
La diastasi addominale non è qualcosa da temere, ma da comprendere.
Con il giusto accompagnamento e con un approccio dolce, funzionale e rispettoso, è possibile ritrovare stabilità, benessere e fiducia nel proprio centro.
A cura di Stecca Piera
Infermiera specializzata in Salute Femminile, Doula e Trainer postparto, con focus su diastasi addominale e benessere del core.
Lavoro con approcci dolci, funzionali ed evidence-based per accompagnare ogni donna nel suo percorso di consapevolezza corporea.
