Viviamo in una società dell’immediatezza, dove tutto è accessibile con un click, e l’attesa è spesso percepita come un difetto da eliminare perché spesso crea ansia mentre il “tutto e subito” sembra darci quel tanto di serotonina da calmarci. In questo scenario i bambini e gli adolescenti crescono immersi in un mondo che spinge verso la ricerca dell’immediata gratificazione svuotando di significato il desiderio e trasformandolo in semplice consumo. Dunque è urgente rieducare al valore del desiderio, non come mancanza da colmare ma come tensione verso qualcosa di autentico e significativo è infatti il desiderio il motore della nostra curiosità e quindi dell’apprendere.
Il desiderio come motore umano
Il desiderio è una forza vitale che ci spinge a cercare, conoscere, crescere. A differenza del bisogno che ha una soluzione immediata, il desiderio si colloca nel tempo e chiede pazienza, progettualità, rinuncia, attesa. Per gli adolescenti, desiderare significa imparare a interrogarsi su ciò che veramente conta e non solo su ciò che “piace” o che “va di moda”.
È importante recuperare questa dimensione perché significa aiutare i ragazzi a distinguere tra desiderio autentico e pulsione. È compito dell’adulto – genitore, educatore, insegnante, pedagogista – affiancarli in questa esplorazione.
La cultura del “tutto e subito” illude i giovani futuri adulti di poter ottenere felicità immediata e senza sforzo ma come ben sappiamo e come dobbiamo ricordare e insegnare loro ciò che si ottiene senza attesa perde valore lasciando spazio a noia e frustrazione. In adolescenza ciò può tradursi in ricerca compulsiva di stimoli (social, acquisti, prestazioni, sballi) che anestetizzano ma non nutrono.
Questa dinamica impedisce il fondamentale sviluppo della tolleranza alla frustrazione, al rifiuto competenza fondamentale per la vita adulta.
Educare al desiderio: strategie pedagogiche
Con il pedagogista è possibile realizzare un percorso ad hoc per educare al desiderio usando tecniche e strategie specifiche.
È ad esempio fondamentale coltivare l’attesa che va valorizzata come parte integrante del processo desiderante. Aiutare i ragazzi a vivere l’attesa non come mancanza, ma come spazio di preparazione, riflessione e crescita.
Va poi favorita la capacità di scegliere consapevolmente, infatti proporre esperienze in cui non tutto è immediatamente disponibile lasciando che i ragazzi si confrontino con i limiti, imparino a scegliere, e comprendano che non possono avere tutto è una parte fondamentale di questo processo educativo
Dare tempo al tempo: l’adolescente ha bisogno di adulti che non risolvano tutto subito ma che sappiano accompagnare, sostenere e, a volte, anche semplicemente restare accanto.
Educare al desiderio è un atto controcorrente ma oggi più che mai necessario. Insegnare ai ragazzi che non tutto si ottiene subito, che l’attesa può essere feconda, e che il desiderio ha a che fare con la profondità della vita è un dono che li accompagnerà ben oltre l’adolescenza.
